domenica 11 giugno 2017

La chiesa di San Basilio in Troia: architettura, storia e un pergamo mancante.


Architettura.
La bella chiesa di San Basilio ha un impianto basilicale a tre navate. Il corpo longitudinale è scandito da arcate a tutto sesto su colonne con elementi di spoglio. La crociera è coperta da una cupola, frutto di rimaneggiamento posteriore. Il braccio sinistro del transetto è occupato da un ambiente quadrato voltato a crociera e adibito a sagrestia. Venticinque rocchi antichi di varia qualità e tipologia sono riutilizzati in tutte le colonne della chiesa. Le basi sono differenti nella forma e nelle dimensioni, alcune sono antiche.


Un’ara cilindrica, proveniente da Aecae, è riutilizzata come ultimo rocchio sulla quarta colonna di sinistra, di probabile destinazione funeraria, è del tipo cilindrico con festoni e bucrani.


Un capitello, di tipo corinzio di età severiana, mancante di volute è importante per la tipologia che presenta la prima corona costituita da foglie acantine dalle caratteristiche digitazioni spinose che, toccandosi, configurano zone d'ombra conformate come una maglia di figure geometriche contigue. Le foglie della seconda corona sono articolate a partire dalle fogliette superiori dei lobi mediani, queste si chiudono sulle digitazioni del lobo centrale e determinano, al di sopra della sagoma di sfondo, uno spazio rettangolare-trapezoidale. (Pensabene 1973)



La semi colonna a destra dell'ingresso principale presenta il capitello, visibile per i due terzi della superficie, costituito da un calato di sedici foglie d'acqua appuntite, molto allungate con margini e costolatura rilevati, sulle quali si staglia una corona più esterna di otto foglie acantine; l'abaco è articolato in un cavetto sormontato da un breve ovolo. L'esemplare appartiene alla classe dei capitelli a calice o di tipo pergameno, che ha avuto ampia diffusione in ambito microasiatico e greco e che compare in Italia piuttosto tardi, alla fine del I secolo d.C. (Börker 1965, 152; Pensabene 1986; Liljenstolpe 1997-1998). Di recente Luigi Sperti ha assimilato il capitello di San Basilio ai noti esemplari reimpiegati in San Marco a Venezia. Risulta analogo per tipologia al capitello di San Basilio un esemplare conservato presso il Museo civico di Troia.

Un  architrave di età severiana, riutilizzato come architrave nella porta laterale sinistra, si compone di tre fasce lisce separate - dal basso verso l'alto - da un astragalo costituito da perline cilindriche-ovoidali intervallate da fusarole biconvesse e da un kyma a di foglie acantine (per la peculiarità del kyma ionico di coronamento della prima fascia, poco consueto in occidente, cfr. Pensabene 1996-1997, 64).


1516: data di realizzazione del fonte battesimale.

Le porte laterali, secondo uno studio del Prof. Tavolaro hanno un allineamento solstiziale.

Storia

La prima menzione della chiesa in una pergamena di Montecassino, risale al 1087. In transunto, il documento, del giugno 1087, riferisce che Erbio di Lohec nato in Britannia, venuto in Troia a sposarsi la figlia di Londolfo di Gizzo diacono, fece una ricca donazione alla chiesa di S. Angelo nelle mani del preposto Malfrido, presenti, tra gli altri, il giudice  ducale Giovanni di Francone e Pietro diacono arciprete di San Basilio. Lo stesso Pietro, arciprete di San Basilio, lo si trova ancora presente  ad un’altra donazione del maggio 1092, questa volta del Duca Ruggiero al vescovo Girardo, per esprimere consenso alla rinuncia dei diritti precedentemente concessi all’arcipretura di San Basilio sul casale di San Lorenzo in Carminiano, l’antica Carmenia, che ora passavano alla mensa vescovile.



Nel 1169 la chiesa si arricchisce del bellissimo pergamo, dono di Guglielmo il Buono.  L'ambone che ora si trova nella Cattedrale di Troia, si compone di una cassa rettangolare sostenuta da quattro colonnine e rinforzata da pilastrini angolari e cornici finemente intagliate. Sul pannello principale è scolpita l’aquila reggi-leggio sorretta da una colonna, mentre nel rilievo rivolto verso l’ingresso è raffigurato un leone nell'atto di azzannare un agnello. Nel bordo inferiore si legge la seguente iscrizione:
"ANNO DOMINICAE INCARNATIONE MCLXIX REGNO VERI DOMINI NOSTRI WILLELMI DEI GRATIA SICILIAE ET ITALIAE REGIS MAGNIFICI OLIM REGIS WILLELMI FILII ANNO QUARTO MENSE MAI II INDICTIONE FACTVM EST HOC OPVS".
L’apposizione di “ITALIAE REGIS” esprime più un desiderio e un augurio per la dinastia normanna, in quanto il titolo ereditato lo faceva Re di Sicilia, Duca di Puglia e Principe di Capua.
Di questo pergamo non sappiamo, con assoluta certezza, in che tempo sia stato rimosso dalla sua prima sede per essere collocato in cattedrale e, anzi, la Pina Belli D’Elia (2003) rifiuta la tradizione secondo cui l’originaria collocazione dell’ambone dovette essere la chiesa di San Basilio, considerandolo, al contrario, pienamente in linea con l’assetto e con la decorazione della Cattedrale.


Una foto del 1910, riprende un ambone in San Basilio, esso, però, appare mancante dell’aquila reggi-leggio e si presenta con colonne più tozze. Sarebbe auspicabile venirne a capo.

Bibliografia 

Belli D'Elia 1986: Pina Belli D'Elia, La Puglia, Milano 1986, 460-461.

Belli D'Elia 1987: Pina Belli D'Elia, Alle sorgenti del romanico. Puglia XI secolo, Bari 1987, 21-26. 

Bertaux 1904: Émile Bertaux, L’art dans l’Italie Méridionale, tome premier: De la fine de l’Empire Romain à la Conquête de Charles d’Anjou, Paris 1904, 356.

Castrianni 2008: Laura Castrianni, "Aecae-Troia:nota topografica preliminare", in G. Ceraudo, Sulle tracce della via Traiana. Indagini aerotopografiche da Aecae a Herdonia, Foggia 2008, 87-88.

Rotili 1966: Mario Rotili, La diocesi di Benevento, Spoleto 1966, 76-81.


Vergara 1981: Pasquale Vergara, "Elementi di spoglio nella Chiesa di San Basilio a Troia", Prospettiva, 1981, 26, 57-60.

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